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Alimentazione ‘no profit’: ecco il cibo che tutti dovremmo mangiare

alimentazione vegetale

 

Nel 1839 in Francia vengono scoperte le proteine animali. Per più di un secolo si è creduto fossero la migliore fonte di nutrimento. Quindi si pensava che per far fronte alla malnutrizione si dovesse assumere grandi quantità di proteine animali, considerate nobili. Questo sino a cinquant’anni fa, quando degli studiosi in India, partiti da questo presupposto scoprirono invece che le proteine animali non erano una fonte di qualità ma davano anzi modo alle cellule cancerogene di svilupparsi.

Lo studio consisteva nell’immettere un agente cancerogeno e in  più somministrare una dieta a base di proteine animali del 20% (quantitativo considerato ottimale) ad un gruppo di topi e ad un altro gruppo lo stesso agente cancerogeno e una dieta a base del 5% di proteine animali.
Il risultato fu che i topi aventi come dieta base le proteine al 20% svilupparono tutti il cancro, mentre in quelli con dieta base, le proteine al 5% non svilupparono il cancro.
Ancora più rilevante fu la scoperta nello studio ‘The china study’, durato ventisette anni e condotto tra America e Cina dal dottor T. Colin Campbell e la sua squadra di ricercatori: nei topi affetti da cancro, se si portavano le proteine dal 20% al 5%, il cancro si arrestava; ma se si riportava il livello delle proteine al 20% iniziava di nuovo a crescere.



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Si scopri anche che in soggetti in cui era presente il gene ereditario, esso non si sviluppava se il livello delle proteine animali era tenuto basso; anche se esposti ad agenti cancerogeni. Si scoprì anche che la caseina (proteina del latte) era in grado di attivare un ormone che dava atto allo sviluppo del cancro al seno e uterino e in genere nell’apparato riproduttivo. Nell’uomo produceva il cancro alla prostata.
Tutto questo non trovava riscontro invece, in una dieta a base di cibi vegetali integri (non lavorati) che anzi davano enormi benefici prevenendo, bloccando e curando, svariate malattie date dal consumo di proteine animali.
Malattie di cui si riporta una lista qua sotto:
Cancro, malattie cardiache, sclerosi multipla, calcoli renali, cataratta, osteoporosi, diabete di tipo 1 e 2, artrite reumatoide, obesità, degenerazione maculare, ipertensione, acne, emicrania, lupus, depressione, morbo di Alzheimer, raffreddore e influenza, disfunzioni cognitive, allergie infantili.

Mettendo a confronto il cibo vegetale e animale, salta all’occhio la completezza dei cibi vegetali che contengono antiossidanti, proteine, carboidrati complessi, vitamine, grassi insaturi; mentre i cibi animali contengono grassi saturi, proteine dannose e sono privi degli altri elementi indispensabili al nostro fabbisogno.
Un altro studio “Esselsty” durato 23 anni su 18 pazienti con malattie cardiache gravi conferma a pieni voti la dieta a base di alimenti vegetali integri (non lavorati). I diciotto pazienti che negli otto anni antecedenti lo studio, si nutrivano di proteine animali, erano stati soggetti ad eventi coronarici; ma passati ad una dieta interamente vegetale non hanno più avuto riscontri simili.
N.B non veniva somministrato loro alcun medicinale. E già nelle due prime settimane i sintomi iniziavano a svanire.
Dei medicinali va anche detto che curano i sintomi ma non vanno mai alla radice del problema, che in questo caso sono le proteine animali. I medicinali oltre a non risolvere il problema danno molti effetti collaterali come già sappiamo.
Per quanto riguarda gli integratori forniscono una sostanza alla volta al nostro organismo che invece lavora in modo complementare con tutti i nutritivi (vitamine, carboidrati ecc) forniti dal cibo per trarne un vero beneficio. Gli integratori oltre a essere inutili possono essere anche molto dannosi, alcuni esempi:
Vitamina E = Ictus emorragico
Calcio e vitamina D = Problemi cardiovascolari
Vitamina E = Cancro prostata

Possiamo quindi affermare, che la nutrizione vegetale ( con alimenti integri non lavorati) insieme all’esercizio fisico, al riposo, all’assumere acqua e alla luce solare, forma un benessere psicofisico ottimale.

Viene da chiedersi ora, se queste cose si sanno ormai da tempo, perché non si creano istituti che si occupano di nutrizione? Perchè non informare i medici? Perché non si stanziano fondi per la ricerca?
Si vuole tenere la gente allo scuro con politiche standard su cibo e salute a favore di industrie alimentari e farmaceutiche, questa è l’unica risposta possibile.