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Prezzi 80 volte più alti: perché i farmaci veterinari sono così cari?

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I farmaci per i nostri amici animali hanno un costo molto alto. Molto spesso pero’ hanno al loro interno le stesse sostanze dei farmaci per gli esseri umani. Per questo motivo i veterinari hanno  mandato una lettera al ministero della Salute, dove si viene chiesto di poter prescrivere i medicinali “secondo coscienza”.

Alcune medicine per gatti e cani hanno gli stessi principi attivi dei nostri farmaci ma il loro costo è 80 volte più alto rispetto a quelle per l’uomo. Questa verità viene taciuta ad alcuni veterinari lo hanno denunciato. Nel mese di dicembre dall’anno scorso 200 medici hanno scritto al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e all’Aisa, Consorzio di aziende italiane e multinazionali produttrici di farmaci per la salute degli animali, chiedendo di fermare “l’incredibile lievitazione dei prezzi”. Ovviamente un appello che non ha avuto alcuna risposta.

La differenza tra un medicinale e l’altro è letteralmente abissale. Secondo i dati recenti di Eurispes, quattro italiani su dieci hanno un animale. Nel momento in cui il nostro amico a quattro zampe si ammala, riuscire a sostenere le spese mediche può diventare insostenibile.

Facciamo un esempio: una confezione di Metacam, un farmaco che allevia i dolori muscolo-scheletrici, da 1,5 mg/ml costa 52,33 euro, il suo correspettivo umano 4,90 euro. Il Ketoprofene, un comune antiinfiammatorio, in farmacia costa all’incirca tre euro, lo stesso farmaco per gli animali 17 euro. E non è finita qui: per la morfina, indispensabile per dare sollievo al dolore post chirurgico, si spende ben 5 volte di più! Tra gli antibiotici quelli che si usano maggiormente c’è l’amoxicillina al costo di 4 euro, una cifra che si quadruplica per i nostri animali (16,80 euro). Per sei fiale di Vitamin K1 Laboratoire TVM, che viene prescritta quando il nostro gatto ingerisce veleno per topi, costa 82 euro, quattro volte in più del Konakion per uso umano. E questa è solo una minima parte. A questo aggiungiamo che i medicinali generici in veterinaria non esistono: il medico è obbligato, infatti, ad indicare nella ricetta il nome commerciale del farmaco e non il principio attivo come è possibile fare con i nostri farmaci.



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Come mai costano di più?

“Le ragioni per cui le medicine per cani e gatti hanno un prezzo maggiore sono semplici: prima di tutto ci sono dei costi molti alti per ottenere il via libera alla commercializzazione”, ci spiega Marco Melosi presidente Anmvi, associazione nazionale medici veterinari italiani. “L’azienda farmaceutica deve presentare un dossier al Ministero in cui si certifica l’efficacia del farmaco. Sono documenti che costano anche decine di migliaia di euro perché frutto di una sperimentazione. Le case di produzione per recuperare le spese di ricerca alzano il prezzo. Inoltre, il mercato dei farmaci veterinari è più ristretto: rappresenta il tre per cento di quello umano”. Nel 2013 i soldi spesi per la cura degli animali è stata di 600 milioni di euro, a fronte di 26,1 miliardi per la salute umana.

Alcuni dei farmaci veterinari in commercio, devono avere un sapore particolare per invogliare il cane o il gatto ad assumerli. “A volte il principio attivo è inserito all’interno di tavolette che hanno un buon gusto e facilitano la somministrazione ma questo fa aumentare i costi di produzione. Quello che non capiamo è perché alcune aziende riescono a contenere i prezzi mentre altre no e arrivano a far pagare una confezione anche 20 volte di più”, afferma Melosi. Manca, infatti, il corrispettivo dell’Aifa, Azienda italiana del Farmaco, che vigili e regoli il mercato: “Questo ente ha il compito di stabilire il prezzo delle medicine che compriamo in farmacia e impone un limite massimo oltre il quale non si può andare. In veterinaria tutto questo non esiste”.

Cosa chiedono i veterinari.

Il Decreto Legislativo n.193 del 2006 che regola l’uso e la prescrizione dei medicinali ad uso veterinario è chiaro: i medici non possono prescrivere le medicine per gli uomini agli animali, anche se questi ultimi hanno lo stesso principio attivo. La sanzione per chi trasgredisce va dai 1.549 euro ai 9.296 euro. “Non siamo contro il farmaco animale, ma quando un prezzo non trova giustificazione è difficile da parte nostra sostenere queste politiche”, continua Melosi. Il sindacato italiano veterinari liberi professionisti, Sivelp www.farmacoveterinario.it, chiede ormai da tempo la possibilità di scegliere secondo coscienza quale prodotto prescrivere e di liberalizzare il farmaco veterinario a parità di molecola.

Fonte: http://www.morasta.it/stesso-principio-attivo-prezzo-80-volte-piu-alto-perche-i-farmaci-veterinari-costano-tanto/