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Greenpeace lancia l’allarme tessuti tossici: ecco l’elenco delle marche

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In questi ultimi anni, finalmente si è mosso qualcosa nel settore dell’abbigliamento, più precisamente in riferimento al vergognoso commercio  delle pellicce.

Incuranti di questo, alcuni famosi marchi hanno testato la qualità di grandi lotti di capi d’abbigliamento con inserti in pelliccia per poterne comprendere meglio la composizione. I risultati pero’ sono stati pessimi.

Un considerevole numero di capi conteneva in quantità elevate elementi pericolosi per l’uomo, tossici all’inverosimile. Questo è molto grave, specialmente nel caso degli indumenti. Questi ultimi infatti, rimangono anche per un lungo periodo di tempo a stretto contatto col corpo dell’individuo.

Gli elementi in questione sarebbero: naftalene e cromo III, il primo è considerato cancerogeno, provoca la distruzione dei globuli rossi, nausea e vomito; il secondo, può provocare forti dermatiti.

Dopo aver scoperpo questa agghiacciante verità, gli attivisti di Greenpeace hanno agito comunicando l’accaduto a tutto il mondo e denunciando quello che era accaduto. In seguito ad approfondite ricerche Greenpeace ha lanciato un’importante petizione per la nostra salvaguardia. Iniziando a protestare.

Ciò che più ha fatto maggiormente infuriare non solo gli attivisti ma in particolar modo gli acquirenti è stato scoprire che gli abiti ‘incriminati’ erano destinati in maggior parte ai nostri bambini che sarebbero stati vittime inconsapevoli di una violenza a dir poco subdola e mossa dall’interesse del Dio denaro.



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La protesta è ancora in atto perché con molta probabilità gli elementi tossici nelle pellicce ci sono sempre stati ma non si è mai saputo. Così sarebbe rimasto se Greenpeace non avesse deciso di richiamare un po’ di attenzione parlando di questa preoccupante realtà.

È probabile però che anche in seguito alle azioni di protesta non sia possibile avere la certezza che tutto questo non si ripeta. Quello che possiamo fare per salvaguardarci è boicottare questi marchi, che per troppo tempo si sono presi gioco della gente inconsapevole.

Le marche accusate e che non hanno potuto contraddire le accuse mosse loro sono state: Miss Blumarine, Il Gufo, Gucci, Fix Design e Brums e, mentre queste ultime subivano controlli e sequestri di merce pericolosa, la LAV chiedeva a gran voce il divieto di produzione e vendita di pellicce per la protezione degli animali e insieme a loro delle persone, per la salute sia di chi indosserà determinati capi sia di coloro che li producono e vengono esposti a sostanze chimiche dannosissime.

Da una ricerca condotta nel 2012 e con l’aiuto dei ricercatori di un’università inglese, riguardo a capi di abbigliamenti prodotti da 20 famose aziende di moda, ne è uscita una lista non completa ma molto lunga di marche, negozi e precisi capi d’abbigliamento non proprio etici: leggila con molta attenzione e scopri cos’hai veramente dentro al tuo armadio.

Si è scoperto infatti che nomi come H&M, Burberry, Puma, Nike e molti altri sono colpevoli della diffusione di abiti contaminati da veleni chimici: tra maglie, jeans, scarpe e intimo, rimangono pochi i capi illesi.

Ma, ci sono state delle aziende quali Valentino, Benetton, Burberry, Zara ecc… Che hanno fatto un passo indietro poiché trovandosi con le spalle al muro sono state costrette, per ‘il bene’ dell’azienda, ad accontentare finalmente le richieste dei consumatori e degli attivisti.

C’è da dire che dopo le proteste sono avvenuti molti progressi, ma il percorso che è stato intrapreso verso la ‘pulizia’ dei prodotti non si è ancora concluso. Oltretutto alcune aziende non hanno nessuna intenzione di compiere modifiche ai propri capi (Versace, Gucci, Louis Vuitton, Dolce&Gabbana per esempio).

Non dimentichiamoci che essere consapevoli è alla base di tutto. Informiamoci di più, non crediamo a tutto quello che ci dicono, proteggiamo i nostri diritti e quelli degli esseri che non possono farlo. Basta così poco per vivere in un mondo migliore…

Sosteniamo la LAV che lavora per proteggere e difendere diritti dei nostri amici animali e non abbandoniamo chi ogni giorno vive e lotta per avere un mondo più etico.