Categories

Quanto spende l’industria farmaceutica nella R&S?

big-pharma guadagni

 

Le case farmaceutiche ribadiscono sempre che i farmaci sono così cari perché vi è la necessità di coprire i costi elevati della ricerca e sviluppo (R&S).

Nel 2001, l’ammontare di questi costi è stato di 802 milioni di dollari per ogni farmaco lanciato sul mercato. Successivamente la Bain & Company fece uno studio di consulenza portando questa cifra a 1,7 miliardi di dollari per farmaco, includendo le spese di marketing.

Alan F. Holmer, presidente dell’associazione di categoria dell’industria, la Pharmaceutical Research and Manufacturers of America, in un intervista radiofonica disse: “Credetemi, se imponessimo un controllo dei prezzi sull’industria farmaceutica e se riducessimo la R&S che questa è in grado di procurare, ci rimetteranno i miei figli e i vostri figli che si potrebbero trovare in pericolo di vita”.

Questa affermazione fa pensare ad una sorta di ricatto: se volete che le case farmaceutiche continuano a produrre farmaci salva-vita, dovete pagare!

L’industria ammette di far pagare agli americani molto di più dei cittadini degli altri paesi, soprattutto ai cittadini che non hanno l’assicurazione e insiste sulla necessità di questo comportamento per compensare la regolamentazione dei prezzi negli altri paesi.

Gli americani devono sopportare una quota esponenziale dei costi della R&S perché nessun altro può e vuole farlo. Ogni volta che qualcuno pensa di introdurre un controllo sul prezzo negli Stati Uniti si ricorre a questa argomentazione/scusante.

William Safine utilizzo’ questa argomentazione in un editoriale apparso sul New York Times, nel quale avvisava: ” Il prezzo di gran parte dei nuovi farmaci prescritti è così alto negli Stati Uniti prima di tutto perché esso include l’immenso investimento dei prodotti nella ricerca scientifica”.



>

In considerazione di ciò, è importante chiedersi, quanto costa all’industria farmaceutica lanciare un nuovo medicinale?

La cifra è davvero quella di 802 milioni di dollari?

Non è semplice rispondere a queste domande, perché le industrie non forniscono i dati necessari. Le società riportano le loro spese di R&S negli archivi della Securities and Exchange Commission (SEC) dove le spese più consistenti risultano essere <<altro>>.

Le società non mettono a disposizione i dati importanti, cioè come spendono e per quali scopi, per lo sviluppo di ciascun farmaco. Loro affermano che questo tipo di informazione è riservata.

Il deputato democratico della California Henry Waxman commentò: “Il problema è che tutti i costi farmaceutici sono in una scatola nera, nascosti alla vista. Non c’è alcuna trasparenza”.

Ciò che non si conosce sono le attività incluse sotto la voce <<R&S>>. Buona parte potrebbe riferirsi al marketing, che è conteggiato nella R&S semplicemente perché da un impressione migliore avere un budget più consistente investito nella ricerca e sviluppo piuttosto che nel marketing.

Un indizio a favore di questa ipotesi è la parte crescente dei trial clinici nella fase IV. Gli studi della fase IV sono principalmente metodi per presentare a medici e pazienti un medicinale, la società paga per farlo utilizzare e i medici riportano alla società minime informazioni sugli effetti dati.

QUESTO IN ALTRE PAROLE, PUÒ ESSERE CONSIDERATO COME UNA STRATEGIA PROMOZIONALE.

La Public Citizen, un’associazione di difesa dei consumatori, effettuo’ un’analisi più sofisticata considerando tutti i farmaci immessi nel mercato tra il 1994 e il 2000 e fece delle detrazioni per il lungo intervallo tra le spese di R&S e le date di lancio sul mercato dei farmaci. Scoprendo, che i costi netti delle imposte erano probabilmente inferiori ai 100 milioni di dollari per ogni farmaco confermato in quel periodo. Si tratta sempre di cifre rilevanti ma comunque molto inferiori all’enormità dei 802 milioni di dollari.