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Metodi alternativi: test in vitro senza animali

metodi alternativi sperimentazione animale

 

Il merito va all’Università di Genova che si è distinta per l’impegno a favore dei metodi alternativi alla tanto crudele sperimentazione sugli animali. Nel 2014 si è svolto  il primo corso teorico-pratico sulle tecniche in vitro nominato “DARE UN SENSO AI METODI ALTERNATIVI ALLA SPERIMENTAZIONE ANIMALE”, dove gli svariati relatori presentaro le tecniche più innovative in materia, tra cui modelli di colture cellulari umane 3D, bioreattori e nuovi supporti, come scaffold e idrogel (non più a base di collagene di origine animale).
Un settore, quello dei modelli non animali, che catalizza la crescente attenzione del mondo della ricerca, sia per motivi di ordine scientifico – l’alta riproducibilità, la velocità nell’acquisizione del dato e l’attendibilità – che per ragioni etiche.



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E’ molto importante sapere che le cellule umane che vengono utilizzate in questo tipo di sperimentazione provengono da scarti di tessuti destinati all’inceneritore – tra cui prepuzio e materiale proveniente da liposuzione . Per questo motivo, il recupero di ‘materiale’ umano dovrebbe essere incentivato. I cittadini sarebbero contenti di aiutare la ricerca, mentre attualmente in Italia si continuano ad allevare animali per sopprimerli e ricavarne tessuti da destinare ai vari usi della sperimentazione.

Come per tutte le sperimentazioni, anche nelle tecniche in vitro la necessità di utilizzare cellule umane arriva dal fatto che utilizzando quelle animali come modello per l’uomo, il dato che si ottiene pero’ è fuorviante.

Delle dimostrazioni scientiche hanno messo in evidenza come, sia nella singola coltura, che nella riproduzione di sistemi multi-organo, si abbiano risposte diverse tra specie diverse.

Con il tempo la nostra speranza è che si possa eliminare del tutto la sperimentazione animale e che la scienza possa finalmente dimostrarlo.