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TTIP: ecco i documenti riservati svelati da Greenpeace

Stp TTIP

 

La stipula della firma del Partenariato transatlantico sul commercio e gli investimenti (Ttip) tra Unione europea e Stati Uniti promette di mettere a rischio gli standard europei sull’ambiente e sulla salute. Questa revelazione arriva da alcuni documenti diffusi da Greenpeace e pubblicati il 2 maggio dal quotidiano tedesco ‘Süddeutsche Zeitung’.

 

L’organizzazione ambientalista è riscita ad entrare in possesso di ben 248 pagine riguardanti documenti riservati, che mettono in mezzo alcune questioni come il cibo, i cosmetici, le telecomunicazioni, i pesticidi e l’agricoltura.

 

Secondo i sostenitori del Ttip, questo trattato farà nascere la più grande area di libero scambio al mondo e darà nuovi posti di lavoro. Gli attivisti, le associazioni e i movimenti che si oppongono al trattato e dichiarano che il Ttip è frutto delle pressioni delle multinazionali e andrà a tutelare esclusivamente gli interessi delle aziende, ignorando quelli dei lavoratori e dei consumatori. In realtà, stando a quanto si legge nei documenti che ha vissuto Greenpeace, le trattative tra Stati Uniti ed Europa sono in una fase di stallo e le posizioni tra i due blocchi sono decisamente distanti.

 

Washington ha lanciato alcune richieste, che spingerebbero l’Ue ad infrangere delle promesse fatte in ambito di protezione ambientale e di salute pubblica. Una delle richieste consiste che l’Europa superi il cosiddetto ‘principio di precauzione’, secondo il quale un prodotto potenzialmente pericoloso può essere ritirato dal mercato se non è provato scientificamente la sua sicurezza.

 

Questo principio viene applicato agli organismi geneticamente modificati (ogm), che secondo alcuni esperti sono pericolosi per la salute. Greenpeace inoltre fa sapere che il Ttip non fa riferimento al taglio delle emissioni di Co2 previsto dal patto firmato al vertice sul clima di Parigi, mentre l’Unione europea vorrebbe che il trattato ne tenesse conto.

 

Da quanto si legge nei documenti, infine, gli Stati Uniti hanno minacciato di bloccare l’alleggerimento delle norme sull’importazione di auto europee negli Stati Uniti per fare in modo di costringere l’Unione europea a comprare più prodotti agricoli statunitensi.



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Che cos’è il Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (Ttip)?

 

Si tratta di un accordo di libero scambio tra Stati Uniti e Unione europea, è stato proposto nel 2013. Da allora ci sono stati tredici step di negoziati, l’ultimo dei quali si è avvenuto a New York nell’aprile scorso. Il prossimo incontro si terrà a giugno. I negoziatori prevedono la conclusione del tutto nel 2016, ma gli ultimi incontri si sono svolti senza particolari passi in avanti.

 

Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha dichiarato di voler concludere l’accordo prima che abbia fine il suo mandato. In seguito alla conclusione dei negoziati, il progetto dovrà essere approvato dai 28 governi dell’Unione europea, dal parlamento europeo e dai 28 parlamenti dei paesi dell’Unione, che potrebbero anche indire dei referendum. Questo è quello che prevede l’accordo e quali sono i punti contestati dai cittadini di molti paesi europei.

 

Gli obiettivi principali del Ttip sono l’apertura di una zona di libero scambio tra Stati Uniti e Unione europea, la riduzione dei dazi doganali per le aziende che commerciano tra le due aree e infine, l’approvazione di nuove leggi che favoriscano il commercio tra i due blocchi, andando ad eliminare le differenze normative e amministrative.

Il trattato riguarderà il 40% del giro d’affari del commercio mondiale e verrà applicato in ambiti molto diversi, sottoposti a legislazioni disomogenee, dal mercato culturale a quello alimentare.

In Europa il trattato è stato decisamente criticato. Sono state fatte delle manifestazioni per la chiusura dello stesso. Il timore degli europei è che il Ttpi vada ad abbassare gli standard di sicurezza previsti in Europa per venire incontro alle richieste degli Stati Uniti. Più di due milioni di cittadini europei hanno firmato una petizione che chiede di fermare le trattative.

Secondo le informazioni che sono trapelate, i governi europei non sono per nulla uniti sulle molteplici misure previste dall’accordo (la Francia, che aveva ottenuto l’esclusione del settore audiovisivo dal trattato in nome dell’eccezione culturale, continua a mostrarsi molto diffidente), ma è improbabile che revochino o modifichino il mandato di trattare assegnato alla Commissione.

Tra le questioni più discusse c’è la ‘risoluzione delle controversie tra investitore e stato’ (Investor-state dispute settlement, Isds). Il trattato darebbe l’atorizzazione alle aziende di fare causa ai governi portandoli di fronte a un collegio arbitrale. In questo modo, sostiene chi critica il Ttip, l’Isds darebbe alle multinazionali la possibilità di ostacolare qualsiasi legge che va contro i loro interessi. L’esempio più citato è quello della Philip Morris, che ha fatto mosso delle cause ai governi di Uruguay e Australia.

Fonte articolo: http://www.ecplanet.com/node/5039