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Il prossimo obiettivo degli U.S.A. sarà la Russia!

America Russia

 

Il nuovo programma di ‘modernizare’ le forze nucleari statunitensi è stato fatto passare come uno sforzo per rendere più sicure le testate nucleari: in realtà ne migliora in modo esponenziale le capacità. Il programma ha incluso nuove e rivoluzionarie tecnologie che vanno ad aumentare la capacità di targeting dell’arsenale balistico U.S.A.

La potenza e la forza di distruzione delle testate è aumentata di circa tre volte – e sta a dimostrare la volontà di fare una guerra nucleare, avendo un asso nella manica.

Lo studio non si ferma qui:
Poiché le innovazioni che sono state apportate non appaiono ad un occhio inesperto, i responsabili politici al di fuori (e molto probabilmente anche all’interno) del governo americano, non riescono ad accorgersi del suo rivoluzionario impatto  e delle rilevanti implicazioni per la sicurezza mondiale.
I ricercatori che stanno portando avanti questo studio, sono i tre migliori scienziati americani specializzati nell’analisi delle armi e in particolar modo dell’equilibrio geostrategico tra le nazioni: Hans Kristensen, Matthew McKinzie e Theodore Postol.
Il grande aumento della capacità di queste armi in gran parte nascosto alla popolazione, cambierà in modo drastico il modo in cui verranno percepite le intenzioni statunitensi.

La Russia, con molta probabilità, si accorgerà di questo e avrà un ulteriore indizio di un possibile attacco nucleare americano – una possibilità che comporterebbe contromisure adeguate. Si rischia una risposta nucleare ad un falso avvertimento di attacco.
Gli autori credono che un inizio accidentale della terza guerra mondiale è più probabile che provenga dalla parte russa:
Mosca non possiede un sistema spaziale di allarme ad infrarossi, ma in compenso si basa su radar di allarme rapido a terra per rilevare un ipotetico attacco missilistico americano. Poiché questi radar non hanno la possibilità di vedere oltre l’orizzonte, la Russia ha meno della metà del tempo di preavviso rispetto all’avversario (30 minuti contro 15 o anche meno).



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Quindi, mentre Trump avrebbe circa 30 minuti per capire se Putin abbia lanciato un attacco blitz, Putin ne avrebbe meno di 15 per determinarlo. Se alla fine di quel lasso di tempo, da entrambe le parti, non ci fosse la sicurezza di un attacco, a quel punto uno dei due sarebbe obbligato a lanciare un attacco blitz contro l’altro.

In una situazione del genere, le decisioni di un leader sono guidate dal valutare le conseguenze e non alla propria reputazione: ma con i due diversi tempi per decidere, il rischio di una guerra nucleare è ora incredibilmente alto. Morirebbero praticamente tutti, direttamente o successivamante per le conseguenze. I pericoli del riscaldamento globale non sono neanche minimamente paragonabili.

A questo punto c’è da chiedersi: come mai siamo arrivati a questo? I co-autori fanno continuamente riferimento all’élite in cima al governo americano come una delle principali cause. Sembra infatti, che solo una ristretta cerchia di individui, più o meno una mezza dozzina, conosce veramente l’obiettivo strategico principale dell’operazione e le tattiche che vengono messe in atto per eseguirla. In questo particolare caso, essa non andrebbe ad includere i capi dipartimento; ma dato che la decisione di attuare la “super-fuze” su “tutte le testate installate all’interno dei sottomarini missilistici balistici statunitensi” è stata presa da Obama, sembra essere proprio lui il colpevole. Trump, in quanto successore, non ha tuttavia dato ancora nessuna indicazione di voler desistere dall’attaccare la Russia. Se non dirà di voler rinunciare ai “super-fuze”, allora vorrà dire che sta seguendo il piano di Obama. Di solito, in una situazione del genere, il leader che ha ereditato un tale piano e che in qualche modo faccia intendere di volerlo abortire verrebbe assassinato; e quindi, se Trump dovesse cercare di farlo, certamente proverà a nasconderlo fino a che il piano non venga effettivamente disattivato e non rappresenti più una minaccia.

Si è arrivati a questa crisi perché gli americani si sono convinti ad usare il nucleare per attaccare e non solo per difendersi (in precedenza c’era il concetto di “distruzione mutua assicurata”). A cambiare questa mentalità ci pensarono due articoli del 2006 di due prestigiosi giornali di relazioni internazionali, Foreign Affairs ed International Security, che introdussero entrambi il concetto di “primato nucleare” o la (presunta) desiderabilità per gli Stati Uniti di pianificare una conquista nucleare della Russia. Prima di questi due articoli (entrambi scritti dagli stessi due autori), qualsiasi idea di questo tipo era considerata insensata, ma da allora divento’ la corrente principale. Dobbiamo ritornare al 24 febbraio 1990, quando Bush senior, allora presidente, avviò in super segreto l’operazione che aveva come fine ultimo la conquista della Russia (interamente documentato).
Questo articolo è stato pubblicato con la speranza che il presidente lo commenti pubblicamente, anche solo per ridicolizzarlo, in modo da evitare di essere assassinato.

Siamo in un momento storico estremamente delicato e pericoloso. Il presidente Trump si trova in una situazione altrettanto delicata. E’ arrivato il momento che il mondo sia guidato da una leadership coraggiosa; senza, potremmo presto andare verso la distruzione. Cambiare rotta adesso, 27 anni dopo l’inizio di questo viaggio, è enormemente difficile, ma non ancora totalmente impossibile. Dal colpo di stato in Ucraina nel 2014, gli acquisti di bunker “a prova di nucleare” sono aumentati a dismisura.
Questo pericolo estremo è la nuova realtà mondiale. Se la minaccia non viene eliminata, si giungerà ad una escalation – a prescindere da quale parte si colpirà per prima. La decisione – invadere la Russia oppure decidere di abortire il progetto – può essere presa solo da Trump. Se rimane in silenzio sulla questione, allora Putin penserà di dover colpire per primo. Non si è messo da solo in questa posizione, ce l’ha messo l’America.

Autor: Eric Zuesse
Fonte: https://comedonchisciotte.org/i-migliori-scienziati-americani-confermano-lobiettivo-degli-stati-uniti-e-ora-quello-di-conquistare-la-russia/